ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2020 alle 21:54
Terrence J. Bennett († 1962): chiropratico californiano, noto per aver iniziato negli anni ’30 del secolo scorso, la mappatura delle aree riflesse, presenti sul corpo, in grado di modificare la circolazione sanguigna; tali punti riflessi vennero in seguito denominati “riflessi neuro-vascolari” o “riflessi di Bennett“.
Siamo a conoscenza del lavoro del dottor Bennet, grazie al libro pubblicato nel 1977 dal chiropratico americano Ralph J. Martin, dal titolo “Dynamics of Correction of Abnormal Function: Lectures of T.J. Bennett“, che riprendeva il libro “A New Clinical Approach to the Correction of Abnormal Function” pubblicato nel 1960: dopo la laurea in chiropratica, che considerava un’alternativa alla medicina basata sull’uso dei farmaci, si dedicò ad approfondire la relazione fra le manipolazioni vertebrali e le risposte neurologiche, comprendendo, in modo innovativo per quei tempi, che la chiave per ripristinare la salute non consisteva tanto nella modifica della struttura fisica, quanto nella capacità di influenzare il sistema nervoso che possiede la capacità di controllo sul corpo.
Il lavoro sul campo, utilizzando il fluoroscopio (raggi X) per monitorare i cambiamenti che si verificavano ne corpo, come conseguenza della stimolazioni di punti in grado di agire sul sistema nervoso, contribuì sicuramente alla sua morte nel 1962.
Ralph J. Martin dice di lui: «Bennet era un clinico determinato e inflessibile: sia che si trattasse di passare la notte insonne con un paziente ammalato o di accompagnarlo da un chirurgo, la cosa non gli pesava, se questo gli offriva la possibilità di apprendere; non aveva tempo per le disquisizioni accademiche teoretiche o per la pedagogia; era convinto che la funzione determinasse la struttura e che la risposta doveva essere trovata con la ricerca sul campo. Il concetto olistico, a quei tempi, non era così popolare e questo comportava un certo ostracismo, da parte dei colleghi, verso le sue teorie. … Bennet ci lascia non solo una tecnica terapeutica (i riflessi neuro-vascolari) ma anche un prezioso metodo di indagine in grado di migliorare l’approccio ortodosso alla diagnostica.»