definizione
Letteralmente, dall’inglese, “risultato”, ovvero l’effetto di un’azione, di un evento o di una situazione; il termine inglese “outcome” deriva dall’unione della preposizione “out” (→ fuori) e del verbo “to come” (venire, accadere, verificarsi, aver luogo) e significa letteralmente “ciò che viene fuori“. Talvolta si può utilizzare, come sinonimo, “end-point”, con il significato di “misura di esito”.
Occorre differenziare fra output, che può essere definito come ciò che viene creato alla fine di un’attività, potendo essere una funzionalità, un prodotto o un servizio e l’outcome, che invece è il risultato finale, ovvero l’effetto che quella funzionalità, quel prodotto o quel servizio generano; gli output sono spesso tangibili e facili da misurare e devono essere considerati il mezzo per raggiungere un fine, cioè un outcome che, viceversa è il risultato finale che si vuole ottenere ed è esattamente il motivo per cui viene avviato un processo.
In ambito medico, si parla di outcome clinico, cioè il risultato dell’intera gamma di opzioni terapeutiche intraprese su un paziente per farlo tornare allo stato guarigione, con il significato di “esito” o “conseguenza“: si può avere un outcome favorevole, quando il soggetto va incontro alla restitutio ad integrum, cioè ritorna ad essere completamente sano, superando del tutto la patologia e raggiungendo elevata qualità della vita; viceversa può verificarsi un outcome sfavorevole (o negativo) quando la patologia è grave e non è stata possibile una sua cura completa come, ad esempio, può verificarsi in caso di danni neurologici irreversibili (ictus, aneurisma, diplegia, tetraplegia …) o per il decesso del paziente.