definizione
Nell’ambito della medicina, solitamente, con questo termine ci si riferisce allo studio delle alterazioni strutturali e funzionali dell’organismo che avvengono nel corso delle malattie ovvero si indica la ricerca delle modificazioni presentate dalle funzioni organiche nel corso di una qualsiasi condizione patologica: in pratica rappresenta l’analisi di come si sviluppa la malattia, a partire dalle cause che la producono fino alla generazione dei sintomi che la caratterizzano ed al suo sviluppo conclamato, con i suoi specifici sintomi, ed i segni obiettivi che la contraddistinguono.
alle radici della fisiopatologia
Il termine è una parola composta da fisio– derivata dal greco ϕυσιο– (physio- → relativo al corpo, all’aspetto del corpo, alle funzioni organiche), che origina da ϕύσις (phýsis → natura), e da patologia, cioè παθολογία (pathología) a sua volta composta da πάϑος (páthos → sofferenza) e λόγος (lógos → discorso).
Il prefisso fisio– si riferisce a quella branca della biologia che, integrando varie altre discipline come chimica e fisica, studia il funzionamento degli organismi viventi, specie le modalità attraverso le quali il corpo riesce a mantenere la stabilità dell’ambiente interno (omeostasi): in particolare la fisiologia umana studia il funzionamento dei vari tessuti, organi, apparati e sistemi nel normale funzionamento quotidiano.
Se invece si parla di patologia (termine che può essere considerato un sinonimo di malattia), si suole descrivere una condizione anormale, causata da alterazioni organiche o funzionali, che ne causano la compromissione della salute, cioè il deterioramento dello stato fisiologico di un organismo capace di ridurre o modificare negativamente le funzionalità normali; per definizione una patologia è transitoria, cioè ha un termine che può essere rappresentato o dalla guarigione, o da una qualche forma di adattamento ad una diversa fisiologia (o ad una diversa condizione di vita come la cronicizzazione) o dalla morte dell’organismo.