finestra di Overton

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definizione

Tecnica di ingegneria sociale che introduce un principio di gradualità nel processo di manipolazione delle masse e dell’opinione pubblica, finalizzata a ottenere il consenso politico per mezzo della manipolazione dell’informazione e la modifica della percezione sociale di ciò che è lecito o accettabile.

La presenza di una “finestra” di accettabilità sociale delle situazioni o degli eventi (liceità secondo l’opinione pubblica) è il cardine della teoria sviluppata dal sociologo Joseph Paul Overton, che postula che attraverso uno schema di comunicazione che coinvolge tv, giornali, social network, istituzioni di vario tipo, agevolati anche da politici facilmente corruttibili ( privi anche della percezione e della visione di ciò che sta accadendo complessivamente), è possibile far si che l’inaccettabile divenga accettabile o addirittura si sia in grado, quando serve, di legalizzato: in pratica viene creato un “accerchiamento” comunicativo della popolazione finalizzato alla persuasione occulta ed alla manipolazione del pensiero (cioè dei sistemi di credenza tribali), in grado di modificare la percezione della realtà e rendere non solo accettabili le idee che in precedenza erano osteggiate o ripudiate, ma trasformarle in modelli etici altamente desiderabili.

 

A questo proposito, attraverso lo schema della finestra di Overton, è possibile attuare una forma di persuasione occulta, messa in atto da menti che lavorano nell’ambito dell’ingegneria sociale, per conto di grandi gruppi finanziari e di potere, per far sì che l’atteggiamento dell’opinione pubblica si sposti in una determinata direzione rispetto ad una certa idea o concetto.

Attraverso questa tecnica, avviene la persuasione sociale ed economica, quindi anche politica nella nostra società contemporanea. Sulla base di questo metodo, si possono costruire campagne di persuasione a favore di alcune idee non ancora accettate dalla società.

L’inaccettabile diventa accettabile

Quindi, un’idea del tutto inaccettabile qualche anno prima, diventa, dopo i vari passaggi, un’idea del tutto accettata e radicata all’interno della società, tanto da diventare legge.

Senza violenza fisica, ma con una violenza subdola che riguarda la mente e le coscienze di una società dove la grande massa crede ciecamente a tutto ciò che proviene dai media, una società “pronta”, imbevuta di relativismo etico e che è ormai priva di valori non negoziabili.

La maggioranza dei nostri contemporanei pensa che i cambiamenti sociali in atto siano la naturale e ineluttabile conseguenza del “progresso” e non di un progetto ampio e studiato a tavolino.

Pertanto, alcuni concetti sui gender, sul microchip sottocutaneo, il ritiro del contante, gli uteri in affitto, i vaccini obbligatori, ecc., sono tutti quei concetti applicati gradualmente con il contagocce, per fare in modo che un giorno tutto sia legalizzato.

La finestra di Overton è un approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità delle politiche governative, ossia ciò che politicamente può essere preso in considerazione.

La teoria di Overton
Secondo la teoria di Overton, le varie situazioni sono associate ad un atteggiamento dell’opinione pubblica ad una serie di aggettivi:

Inconcepibile, inaccettabile, vietato (unthinkable)
Estrema, vietato con eccezioni (radical)
Accettabile, in ambienti circoscritti (acceptable)
Ragionevole, difendibile, sensata (sensible)
Diffuso, socialmente accettato (popular)
legalizzata (policy)
A seconda di come la finestra si sposta o si allarga sullo spettro delle idee, un’idea può diventare più o meno accettabile. In pratica, il cambiamento sociale avviene attraverso la rappresentazione della parte del mondo e di realtà che ci è data di vedere e di percepire attraverso i media.

Ossia la finestra che ci viene aperta su dati e informazioni che vengono propinati secondo un certo schema, pertanto ci è dato da vedere solo la parte che ci viene veicolata con un obiettivo ben preciso, facendo leva sul fatto che le masse non approfondiscono, non sono critici verso l’informazione main stream, sottovalutano il potere dell’informazione e del condizionamento.

A nulla servono le poche persone che escono fuori da questo schema, perché quello che interessa ai sistemi di ingegneria sociale è la percentuale di massa prevista nel loro target.

 

PROGRESSIONE A TAPPE

Sia chiaro che Overton non era un moralista, né uno strenuo difensore di principi non negoziabili su frontiere di lotta contro il relativismo etico. Neppure può essere ascritto tra i propugnatori di tesi “libertarie” per cui, dal momento che non esiste alcuna legge naturale, all’individuo tutto è concesso rispetto a se stesso e tutto può divenire lecito. Semplicemente Overton studia il percorso e le tappe attraverso le quali, ogni idea, sia pur assurda e balzana, può trovare una sua “finestra” di opportunità. Qualunque idea, se abilmente e progressivamente incanalata nel circuito dei media e dell’opinione pubblica, può entrare a far parte del mainstream, cioè del pensiero diffuso e dominante. Comportamenti ieri inaccettabili, oggi possono essere considerati normali, domani saranno incoraggiati e dopodomani diventeranno regola, il tutto senza apparenti forzature.

Secondo Overton questa progressione è scandita da una precisa sequenza che può essere sintetizzata nelle seguenti fasi.

1 Impensabile E’ il momento in cui la “finestra” si apre. L’idea e i comportamenti annessi risultano impresentabili, suscitano generale repulsione, sono oggetto di divieto. Però se ne comincia a parlare … e, senza che nessuno se ne renda conto, se ne parla sempre di più. Il tam tam è partito e l’idea è pronta per il passaggio successivo.

2 Divieto, ma con qualche eccezione A questo punto si apre il dibattito. La “finestra” resta confinata nel campo delle trasgressioni non ammesse. Tuttavia… non si può generalizzare. In alcuni casi occorre considerare le motivazioni e l’idea, per quanto estrema, radicale e inopportuna può trovare spazio, quanto meno a livello di provocazione.

3 Accettabile “Io non lo farei mai, ma perché impedirlo ad altri?” Sia pur con i dovuti distinguo la “finestra” entra nella sfera del socialmente rilevante. Nei salotti televisivi scendono in campo esperti a vario titolo. L’opinione pubblica sospende il giudizio, si sposta verso posizioni più “soft” all’apparenza neutre.

4 Ragionevole A questo punto l’idea ha già perso quasi del tutto l’iniziale carico eversivo. “Non c’è nulla di male”. E’ più che comprensibile, normale, assolutamente normale… anzi necessario, “bisogna creare le condizioni affinché…”

5 Diffuso La “finestra”, salita ad un nuovo stadio, raccoglie crescente consenso politico e nel contempo può far aumentare i consensi alla politica. Rappresenta ormai un sentire comune ampiamente condiviso, che si specchia nella cultura popolare (testimonials, cantanti, attori, programmi televisivi ecc.)

6 Legale L’idea viene ufficialmente recepita nell’ordinamento dello Stato. L’obiettivo è raggiunto.

CANNIBALI, PERCHÉ NO?

La “finestra di Overton” non è progressista, né reazionaria. Lo schema funziona allo stesso modo sia che gli imput arrivino da destra, dal centro o dalla sinistra.

Qualche tempo fa il regista russo Nikita Mihalkov, ispirandosi alla Overton Window, ha ipotizzato gli spostamenti della “finestra” su un’idea oggi ritenuta totalmente estrema (…ma neanche troppo): quella del cannibalismo. Inaccettabile ai più, persino orripilante. Passata alla seconda tappa, la narrazione impercettibilmente cambierà: chiamare i mangiatori di carne umana “cannibali” è una semplificazione, meglio sarebbe parlare di “antropofaghi”. In alcuni casi il fenomeno, diffuso sin dall’antichità e radicato in alcune culture, trova spiegazione in lunghi periodi di carestia e forse anche in una predisposizione su base genetica.

Se un gruppo di pressione o una lobby riuscirà a far spostare la “finestra” in avanti, avremo un ritratto dei precedenti “cannibali” quasi edificante. Nei dibattiti qualche studioso comincerà a chiamarli “antropofili” (amanti del genere umano). Questa abitudine alimentare non va criminalizzata – si dirà – è un’opzione possibile e in fondo naturale, fatte salve le precauzioni igienico-sanitarie, a condizione che non si provochi un danno permanente a terze persone e che queste siano consenzienti. E così via di seguito…

RANE BOLLITE

Per restare in tema già Noam Chomsky, filosofo anarchico contemporaneo, aveva declinato in termini sociologici il cosiddetto “principio della rana bollita”, prendendo spunto dai risultati di un vecchio esperimento scientifico ottocentesco.

Se si butta una rana in un contenitore di acqua bollente, l’anfibio, come tocca l’acqua, spicca un salto fulmineo e quasi sempre riesce ad uscirne vivo. Se si mette nell’acqua fredda e si riscalda molto lentamente il contenitore fino ad ebollizione, la rana finisce bollita senza mostrare alcun segno di reazione e senza tentare di venirne fuori.

“Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni – sostiene Noam Chomsky – ci accorgiamo che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e oggi ci disturbano solo leggermente o lasciano decisamente indifferenti la gran parte delle persone. In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza ed alla felicità di vivere, si effettuano lentamente ed inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute”.

Proprio come la “rana bollita”, cotta a puntino, mentre sguazzava tranquilla nella sua acqua sempre più tiepida.

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