ultimo aggiornamento: 15 Maggio 2018 alle 17:36
Dal greco δάκρυον (dákryon → lacrima) e στένωσις (stenósis → strettezza, restringimento), derivato da στενός (stenós → stretto) e –ωσις (-ōsis è una desinenza sostantiva verbale, che indica uno stato): restringimento delle vie lacrimali che può essere congenita o acquisita. La forma congenita generalmente compare tra il primo e il terzo mese di vita per la mancata o parziale formazione delle vie lacrimali e si presenta con una lacrimazione continua (epifora), che può essere monoculare o bioculare (forma più rara): l’insorgenza tardiva e l’assenza di essudato purulento nella dacriostenosi congenita la differenziano dalla congiuntivite neonatale dovuta all’instillazione di nitrato d’argento (profilassi di Credé) o a una infezione batterica. Talvolta la manifestazione è il risultato di un ritardato sviluppo dei dotti lacrimali stessi, risolvendosi spontaneamente; è molto raro che dopo l’anno l’occlusione persista. La forma acquisita è conseguenza di un’ostruzione infiammatoria del dotto causata da infezione del sacco lacrimale oppure in seguito a congiuntivite; fenomeni stenotici del dotto lacrimale, soprattutto nell’adulto, possono derivare anche da deviazioni del setto nasale, processi flogistici o allergie dei seni respiratori e del rinofaringe. Altre cause di ostruzione del dotto comprendono la rinite ipertrofica, polipi della mucosa, ipertrofia del turbinato inferiore o una dacriostenosi congenita residua; una frattura del naso e delle ossa facciali può causare un’ostruzione meccanica. Il blocco prolungato del deflusso delle lacrime generalmente porta a infezione del sacco lacrimale (dacriocistite).