definizione
Dal nome del medico embriologo tedesco che la descrisse per la prima volta, Ferdinand Graf von Spee: una linea ideale che collega le cuspidi dei denti naturali a partire dai canini e, passando per le cuspidi dei premolari e dei molari naturali, si continua sul margine anteriore del ramo mandibolare (della stessa metà della bocca), come descritto da von Spee; per convenzione si considerano le cuspidi vestibolari, cioè quelle esterne.
La curva di Spee è, fondamentalmente, una sezione di un cerchio che ha la sua circonferenza come il ramo anteriore della mandibola: idealmente, è allineata in modo che una continuazione di questo arco si estenda attraverso i condili; la curvatura di questo arco si riferirebbe, in media, a una parte di un cerchio con un raggio di 4 pollici (indicativamente 10 cm). È l’unica curva anteroposteriore di occlusione: una curva di Spee piatta o lieve era essenziale per un’occlusione ideale; la curva di Spee è distinta dalla curva di Wilson, che è la curvatura verso l’alto (a forma di U) dei piani occlusali mascellare e mandibolare nel piano coronale.
Rappresenta una curvatura anatomica che descrive l’allineamento occlusale dei denti: osservando un cranio di profilo può essere visualizzata come una curva concava che, partendo dall’altezza dei canini, si abbassa verso i premolari per rialzarsi a livello dei molari; la curva di Spee è considerata fisiologica, quando le cuspidi palatine e vestibolari hanno la stessa altezza, condizione necessaria a favorire la disclusione canina e incisiva.
Al contrario, quando la conformazione della bocca diviene disfunzionale o, addirittura, patologica (come in in caso di malocclusione), anche la forma della curva di Spee si altera in modo più o meno evidente a seconda della malformazione, in genere accentuandosi e presentando grande differenza di curvatura sui due lati: può essere considerato un parametro che dà informazioni sulla forma della dentatura e sull’equilibrio del tavolato occlusale.
La trazione esercitata sulla mandibola dal principale muscolo della masticazione, il muscolo massetere, è ad angolo perpendicolare rispetto alla curva di Spee, per poter generare un forza favorevole sui denti del lato lavorante: l’asse lungo di ciascun dente inferiore è allineato quasi parallelamente all’arco di chiusura; la curva di Spee può essere considerata, essenzialmente, la rappresentazione di una serie di punti di contatto inclinati.
La curva di Spee può essere interpretata come una chiara perdita della dimensione verticale, causata dal tentativo del corpo di compensare la tendenza alla rotazione esterna ossea delle arcate dentali, richiamate dal muscolo massetere alla ricerca di un punto di appoggio per esprimere la sua forza; il muscolo massetere traziona l’arcata all’interno, mentre questa cerca di spostarsi all’esterno, deviando dalla mediana, per compensare il movimento asimmetrico delle arcate; la modifica della curva di Spee può essere considerato un indicatore della presenza di una cross-bite ben compensato dall’arcata mandibolare che inferisce sull’osso mascellare in torsione, espressione di una distorsione della base cranica (occiput inferiore – alterazione dell’inspiration/espiration assist temporale).
La curva di Spee può essere considerata un indicatore di malocclusione dentale, indicando che il piano occlusale che va dagli incisivi inferiori ai molari, non è mantenuto: in questo caso, si “accentua”, in modo significativo, evidenziando dove viene a mancare la dimensione verticale che costringe l’arcata ad un adattamento anatomico al fine di garantire la funzione, ovvero la necessità di adeguare il piano occlusale alle maggiori forze che si sviluppano come conseguenza della ricerca di un punto di appoggio, un fulcro che permetta al muscolo massetere di funzionare come leva muscolare ed esprimere la sua forza.