definizione
Aggregato agglomerato compatto di materiale parzialmente digerito o non digerito, talvolta composto di sostanze non digeribili, che può ostruire il tubo digerente: può essere considerato un corpo estraneo, qualche volta commisto a cibo, presente nelle vie digerenti, più frequentemente nello stomaco ma anche seppur più raramente, nell’intestino tenue; dal persiano pādzahr composto da pad (→ protezione) e zahr (→ veleno), divenuto in arabo bazhar e in latino medievale bezoar. Nella medicina orientale e medievale, nome di concrezioni che si formano nell’apparato digerente dei ruminanti, cui fu attribuita efficacia come contravveleni (sembra si trattasse di concrezioni biliari e talvolta di coproliti con guscio calcareo): il termine beżoàr (o benżoàr, belzüàr) significa infatti “contravveleno”, cioè antidoto.
I bezoari sono masse di materiale indigeribile, perché inattaccabile dai succhi gastroenterici, di varia natura, che si formano generalmente nello stomaco ma che possono progredire lungo l’apparato gastro-intestinale, spinti dalla peristalsi: molti sono asintomatici, ma alcuni possono causare l’insorgenza di una sintomatologia variegata anche importante, viste le dimensioni che possono assumere o per la posizione che possono raggiungere, che può manifestare anche i caratteri dell’occlusione intestinale.
I bezoari gastrici possono verificarsi in tutte le fasce di età: spesso si manifestano in soggetti psichiatrici con disturbi del comportamento, svuotamento gastrico anormale o alterazione dell’anatomia gastrointestinale, oppure nei pazienti di chirurgia bariatrica ed i più frequenti sono quelli d’origine vegetale (fitobezoario); se costituiti da semi e fibre indigerite di verdure, prendono il nome d’iniobezoario, se da frutta carpobezoario, se da entrambi carpoiniobezoario, mentre con diospirobezoari si definiscono i bezoari che derivano da eccessiva assunzione di cachi, in genere non sbucciati.
Alcuni bezoari possono essere sciolti chimicamente, altri richiedono la rimozione endoscopica e alcuni altri richiedono anche l’intervento chirurgico.
I bezoari si trovano in varie forme:
→ fitobezoario, formato da sostanze di origine vegetale, in genere;
→ iniobezoario, dal greco ἰνός (inós → fibra), costituiti da semi e fibre vegetali indigerite;
→ carpobezoario, dal gr. καρπός (karpós → frutto);
→ diospirobezoari, un sottoinsieme di fitobezoari, causati da eccessiva assunzione di cachi, in genere non sbucciati: dal greco διόσπυρος (diospyros → diospiro), letteralmente grano (πυρός ) di Giove (Διός), eponimo che designa un genere di piante ebenacee, di cui fa parte il cachi;
→ tricobezoario (pilobezoario, piloconcrezione o egagropilo), formato da ammassi di peli o capelli;
→ farmacobezoari, concrezioni di farmaci ingeriti (particolarmente comuni con sucralfato e gel di idrossido di alluminio);
→ lactobezoari sono composti da proteine del latte.