Matres è il nominativo plurale di mater e significa letteralmente madri e, in questo contesto, viene associata ad una triade di antiche e malvagie streghe che con i loro poteri possono manipolare gli eventi e creare sofferenza nell’uomo. La saga delle “Tre Madri” affonda le proprie radici nell’oscurità del pieno medioevo, all’alba del secondo millennio, facendo riferimento a figure mitiche e oscure di origine latina, i tre Dolori, che si affiancherebbero alle tre Parche (divinità che presiedono al destino dell’uomo) e alle tre Grazie (Dee della gioia di vivere, della bellezza e della fertilità). Le tre Madri oscure sono la Mater Lacrimarum (Madre delle Lacrime), la Mater Suspiriorum (Madre dei Gemiti), e la Mater Tenebrarum (Madre delle Tenebre): l’attributo di ogni donna (lacrime, gemiti e tenebre) è una diretta traduzione del loro nome dal latino. Secondo la leggenda sono le creatrici della stregoneria, ricordano Ecate la nera, divinità bi-sessuata mortale, con le sue figlie Empuse, portatrici di sofferenza.
La Signora dei Sospiri (Mater Suspiriorum), la più anziana, La Regina Nera, è la personificazione dello sconforto più totale, di chi non si ribella al proprio destino, la genitrice dei gemiti .
La Signora delle Lacrime (Mater Lacrimarum) è la più bella delle Tre Madri, Nostra Signora dei Sospiri. «Non scala mai le nuvole, né si allontana sui venti. Non porta diadema. E i suoi occhi, se pur qualcuno potesse vederli, non sarebbero né dolci né astuti; nessun mortale saprebbe leggere in essi la loro storia; li troverebbe pieni di sogni morenti e relitti di estasi dimenticate. Ma ella non alza gli occhi; il suo capo, su cui è posato un turbante in brandelli, è in eterno reclinato, è in eterno nella polvere. Non piange, non geme. Ma sospira impercettibilmente a intervalli. Sua sorella, Madonna, è spesse volte tempestosa e frenetica, inveisce a gran voce contro il cielo e chiede che le rendano i suoi cari. Ma Nostra Signora dei Sospiri non grida mai, non sfida mai, non sogna aspirazioni ribelli. È umile fino all’abiezione. La sua è la sottomissione di chi non spera. Può mormorare, ma solo in sogno. Può sussurrare, ma solo tra sé nella penombra. Brontola, talvolta, ma solo in luoghi solitari, desolati come lei è desolata, in città diroccate e quando il sole è sceso al suo riposo.» … «ogni donna che sieda nelle tenebre, senza amore che la protegga, senza speranza che illumini la sua solitudine, perché i divini istinti che accendono nella sua natura i germi di quei santi affetti posti da Dio nel suo seno di donna, sono stati soffocati dalle esigenze sociali e si consumano ora inutilmente ardendo tetri, come le lampade negli antichi sepolcri »… è la personificazione dello sconforto più totale, di chi non si ribella al proprio destino. (Thomas de Quincey – Suspiria De Profundis)
La Mater più terribile di tutte è la terza: la personificazione dell’omicidio, della pazzia, della Morte: la Signora delle Tenebre (Mater Tenebrarum), la sorella più giovane e la più crudele. «…! Ssst! Abbassiamo la voce quando parliamo di lei. Il suo regno non è grande, altrimenti non vi sarebbe più vita; ma dentro quel regno il suo potere è assoluto. Il suo capo, coronato di torri come quello di Cibele, si erge fin quasi a celarsi allo sguardo. Non si china mai; e i suoi occhi sollevandosi così in alto potrebbero esser nascosti dalla distanza. Ma, quali essi sono, non possono essere nascosti; attraverso il triplice velo di crespo che ella porta, la fiera luce di un’ardente sofferenza, che mai non ha posa al mattutino o ai vespri, al mezzodì o alla mezzanotte, alla marea crescente o alla marea calante, può esser veduta da terra. Ella sfida Iddio. Ella è anche la madre delle follie; l’ispiratrice dei suicidi. Molto si affondano le radici del suo potere; ma ristretto è il numero di coloro su cui domina. Poiché ella può avvicinare solo coloro in cui una natura profonda è stata sconvolta da un’intima convulsione; coloro in cui il cuore trema e il cervello vacilla sotto i colpi combinati di tempeste interne ed esterne. Madonna si muove con passi incerti, rapidi o lenti, ma sempre con tragica grazia. Nostra Signora dei Sospiri si trascina timida e furtiva. Ma questa più giovane sorella si muove con moti imprevedibili, a scatti e con salti da tigre. Non porta chiavi; poiché sebbene venga di rado fra gli uomini apre a forza tutte le porte che le è permesso di varcare. Il suo nome è Mater Tenebrarum, Nostra Signora delle Tenebre» (Thomas de Quincey – Suspiria De Profundis)