lattoferrina salivare

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La lattoferrina, una glicoproteina appartenente alla famiglia delle transferrine, è il più importante componente delle secrezioni umane inclusa la saliva: nel cavo orale, infatti, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del microbiota, prevenendo i fenomeni infiammatori della mucosa e mantenendo un equilibrio simbiotico fra l’ospite e la flora microbiotica. Sintetizzata dalle ghiandole salivari, la sua produzione è incrementata anche da parte dei granulociti neutrofili richiamati nei siti d’infezione ed infiammazione: grazie alla sua elevata affinità per il ferro, essendo la lattoferrina in grado di chelare due ioni ferrici per molecola anche a valori di pH prossimi a 3.0 (tipici dei siti d’infezione e infiammazione), è in grado di prevenire la precipitazione di questo metallo come idrossido insolubile, di inibire la moltiplicazione microbica, di limitare la formazione di specie reattive dell’ossigeno ed i conseguenti processi infiammatori che si innescano come conseguenza di tali fenomeni.

Può essere considerata una glicoproteina multifunzionale: grazie all’inibizione della disponibilità degli ioni ferrici, svolge la sua attività antibatterica ed antifungina ed è in grado prevenire la formazione del biofilm (precursore della placca dentale), mentre altre funzioni, quali l’azione antivirale, la capacità di inibire le infezioni da batteri intracellulari, le proprietà antinfiammatorie,  la facoltà di limitare l’attività osteoclastica stimolando gli osteoblasti, la modulazione dell’omeostasi del ferro, sono indipendenti dalla sua capacità chelante.

La capacità dei batteri di colonizzare l’ospite è criticamente dipendente dalla loro abilità di ottenere adeguate quantità di nutrienti per la crescita: fra i differenti elementi necessari per la sopravvivenza e la riproduzione, il ferro è il più rappresentativo ed il più importante per lo sviluppo di tutte le cellule viventi ed in particolare per la virulenza microbica; come conseguenza i batteri patogeni e quelli simbionti, competono con l’ospite per ottenere ferro trasformando questo metallo in uno dei più importanti fattori che consentono o meno la colonizzazione, la persistenza microbica nel cavo orale e la malattia. Un’elevata disponibilità di ferro nelle secrezioni o nei tessuti, incrementata dai processi infiammatori o sanguinamenti, predispone alle infezioni, inducendo la moltiplicazione dei batteri extracellulari e a quella degli intracellulari facoltativi associati alle gengiviti e alle parodontiti.

L’assenza o la diminuzione della lattoferrina nella saliva è correlata a carenze ormonali in quanto la sua sintesi è sotto il controllo degli estrogeni, aumenta la suscettibilità a patologie infettive del cavo orale come alitosi, gengiviti e parodontiti, nelle donne gravide o in età menopausale; il sanguinamento delle gengive aumenta la concentrazione del ferro emico derivante dalla digestione dell’emoglobina, prediletto sia dai microorganismi extra che intracellulari per la moltiplicazione e la colonizzazione dell’ospite: questi squilibri contribuiscono all’insorgenza di processi infiammatori distruttivi, provocati primariamente dalla carenza di lattoferrina.

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