ultimo aggiornamento: 18 Aprile 2019 alle 13:51
Dal greco σύν (sýn → con, insieme) e κύτος (kýtos → cavità, che assume in questo caso il significato di cellula): insieme di due o più cellule, fuse tra loro per costituire un’unica grande cellula plurinucleata; il risultato della fusione di più cellule, inizialmente separate, crea una massa protoplasmatica con più nuclei, chiamata sincizio vero (o sincizio anatomico), come nel caso dei miociti del muscolo striato scheletrico. In alcuni casi, le singole cellule mantengono la propria individualità ma presentano tra loro connessioni (attraverso canali ionici) che permettono di agire all’unisono, rendendo l’intero tessuto, di fatto, un sincizio funzionale: questo accade, ad esempio, nel caso delle cellule muscolari del miocardio, che, grazie a questi collegamenti, sono in grado di trasmettere il potenziale di azione con estrema velocità.
Anche i macrofagi polinucleati, che derivano dalla fusione di più macrofagi mononucleati, possono essere considerati sincizi cellulari; un esempio sono gli osteoclasti, cellule deputate alla erosione della matrice ossea, che agiscono funzionalmente come un tipo di sincizio di macrofagi polinucleati specializzati: nell’ambito del rinnovamento dell’osso, durante il processo di riassorbimento dell’osso, in presenza di osteoblasti, si formano sincizi veri, che derivano dalla fusione di monociti-macrofagi, che provvedono alla lisi del tessuto osseo, mentre i primi operano la neo-genesi di materiale osseo.
Un particolare esempio della creazione di un sincizio cellulare è lo sviluppo, a partire dal trofoblasto, del sinciziotrofoblasto, elemento presente nelle prime fasi dello sviluppo embrionale, necessario per permettere l’annidamento dell’ovulo fecondato trasformatosi, ormai in blastocele.