Dal greco δυς (dys → cattiva), διαδοχή (diadochí →successione) e κίνησις (kínēsis → movimento): frequentemente abbreviata con l’acronimo DDK, rappresenta la ridotta diadococinesi; la perdita totale di tale capacità viene definita adiadococinesi: in particolare le lesioni cerebellari provocano irregolarità e inaccuratezza nell’eseguire movimenti alternati, mentre le lesioni del tratto piramidale rendono la successione lenta o incompleta. La disdiadococinesia si manifesta anche con la cosiddetta aritmocinesi, cioè con l’impossibilità di ripetere, con l’arto affetto, un determinato ritmo; il deficit neurologico si può evidenziare come modifica della frequenza di movimento, incompletezza dell’esecuzione di sequenze alternate, o limitata escursione di movimento che coinvolge sia la sequenzialità che la coordinazione. Può essere considerata come una delle manifestazioni della atassia cerebellare, potendo dipendere da lesioni del cervelletto o del lobo frontale cerebrale oppure da lesioni combinate delle due strutture nervose: può essere considerata come l’incapacità di attivare e inibire gruppi muscolari antagonistici in modo coordinato, frequentemente in associazione ad ipotonia muscolare; spesso interessa le aree motorie associate al linguaggio, causando disartia e disturbi dell’eloquio. Si può manifestare anche in altri disturbi del sistema nervoso centrale, come la Sclerosi Multipla, od il morbo di Parkinson.
disdiadococinesi
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