ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2017 alle 0:44
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sintomatologia del meningismo
e delle meningiti subcliniche
Le manifestazioni cliniche che accompagnano il processo meningitico sono eterogenee e variegate, portando a disconoscere la reale causa del malessere; possono essere confuse con altre virosi od patologie infettive, soprattutto se la meningite è in forma lieve. Oltre alla febbre (talvolta assente), la maggioranza dei sintomi può manifestarsi a livello della testa, anche se la localizzazione dei disturbi può essere in ogni parte del corpo. Mal di testa di varia entità, anche in forme estremamente dolorose, accompagnato spesso da dolore agli occhi, associato a dolore ed irrigidimento del collo (tipico e caratteristico); nausea e vomito.
Dolori diffusi alla muscolatura o agli arti, senso di confusione e fastidio nei confronti della luce e dei suoni; riflessi aumentati, esagerati o alterati; questi sono alcuni fra i segni più comuni, così come l’irrigidimento retrattivo della muscolatura posteriore del collo associato al mal di testa è, forse, l’indizio più caratteristico: manifestazioni che possono essere imputate, tutto sommato, ad una qualunque influenza. Infatti, molto spesso le meningiti, soprattutto quelle subcliniche, sono confuse e misconosciute: d’altra parte, fortunatamente, la preponderanza di esse non comporta esiti fatali o drammatici come le forme più gravi.
Nella maggioranza dei casi, infatti, questi sintomi, e di conseguenza l’infiammazione delle meningi, scompaiono nel giro di pochi giorni, ma in alcune occasioni, le manifestazioni, anche se in forma latente e sotterranea, permangono per mesi. Può succedere che dopo un “influenza” si abbia la sensazione di non essersi ripresi completamente per lungo tempo con una facilità ad avere mal di testa od il collo rigido. Talvolta anche anni più tardi si ha l’impressione che, da quell’evento, non si sia più stati bene, con sensazioni di un peggioramento progressivo, anche se magari la sintomatologia è subdola, aspecifica e non grave.
Molto spesso tali segni clinici sono liquidati come stress o malessere, e non vengono messi in relazione con una pregressa “influenza”, un raffreddore, un problema alle orecchie, un’otite, una congiuntivite, una sinusite o addirittura un problema gastrointestinale. Anche se la maggioranza delle meningiti in forma grave viene riconosciuta, molto difficilmente si considera un potenziale coinvolgimento delle meningi come agente eziologico, nei processi infiammatori o virali generici.
Sono quelle che possiamo definire meningiti subcliniche, reazioni di infiammazione delle meningi di non grave entità, o meningismi, reazioni di irrigidimento della muscolatura posteriore del corpo che interessano in particolar modo il collo. Persino alcuni mal di schiena o “problemi di cervicale”, con contrazione irritativa della muscolatura, possono essere ricondotte, talvolta, a forme di meningismo. Mal di testa, dolori al collo, disturbi visivi, fotofobia, nausea, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria ed un senso generalizzato di malessere, possono essere i sintomi ricorrenti di un processo derivante da una pregressa infezione meningea disconosciuta, sovente scambiata per un generico disagio, se non, addirittura liquidata come “sindrome neurovegetativa” o “patologia psicosomatica”. Queste definizioni, spesso, vengono utilizzate per “togliersi di torno” chi manifesta sindromi non classificabili con facilità, caratterizzate da un quadro eziopatogenetico difficilmente spiegabile; in pratica un modo per sostenere che la persona non ha niente o, al massimo, è affetta da stress, non riconoscendo l’irritazione generalizzata del sistema nervoso.
Il mancato riconoscimento dei problemi da parte dei terapisti, l’incapacità di trovare una causa organica ai disagi ed alle sofferenze, spesso, generano nella persona affetta da disturbi e malesseri, un senso di frustrazione ed incomprensione che aumenta il disagio, in quanto queste manifestazioni sono frequentemente peggiorate dallo stress.
La difficoltà diagnostica deriva dal fatto che questi segni, apparentemente generici, possono apparire anche molto tempo dopo l’episodio di meningite subclinica, rendendo difficile l’identificazione del problema; solo attraverso una attenta analisi della storia del paziente ed una valutazione delle localizzazione dei disturbi associata ad una diagnosi differenziale con altre forme simili, permette di identificare il problema.
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