ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2017 alle 0:44
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le meningi: cosa sono?
Le meningi sono involucri connettivali membranosi che, all’interno del cranio e del canale rachidiano, rivestono il sistema nervoso centrale, e proteggono l’encefalo e il midollo spinale. Costituiscono un sistema di membrane a tensione reciproca, delimitando uno spazio definito, da un punto di vista fisico-chimico, che garantisce un ambiente ottimale per le funzioni neuronali: si interpongono tra il tessuto nervoso e il tessuto osseo, con il compito di proteggere, isolare e nutrire il nevrasse, contribuendo alla formazione della barriera ematoencefalica ed alla produzione ed al riassorbimento di liquor. Per la loro interazione con l’encefalo e con il midollo spinale, si distinguono le meningi encefaliche (che uniscono la massa cerebrale alla scatola cranica) dalle meningi spinali (che rapportano lo speco della colonna vertebrale, al midollo spinale).
Nell’immagine a lato è possibile vedere una sezione del cranio; è possibile notare l’osso della diploe cranica, cui è adeso un doppio strato di tessuto connettivale denso (la dura madre, colorata in grigio) con la sottostante aracnoide (in rosso) coi suoi filamenti che si attaccano alla pia madre (in verde), che ricopre la superficie del cervello. L’intercapedine posta fra l’aracnoide e la pia madre, ripieno di filamenti, è lo spazio subaracnoideo che contiene un liquido che bagna, drena, nutre e protegge ogni parte del S.N.C., conferendo un’ulteriore protezione all’intero sistema e garantendo l’ambiente ottimale per la crescita, lo sviluppo ed il funzionamento delle cellule nervose.
Ciascuna delle tre membrane di natura connettivale, disposte concentricamente, svolge una sua specifica funzione: la dura madre (dura mater o pachimeninge) è una membrana fibrosa, spessa e molto resistente, che riveste la parete endocranica e del canale vertebrale, ai quali aderisce quasi intimamente; di fatto questa membrana delimita gli spazi, isolando il Sistema Nervoso Centrale dal “mondo” esterno. La dura madre encefalica è composta di due lamine: una aderente al cranio, che funge da periostio (porzione periostale); l’altra, interna, passa sulle circonvoluzioni cerebrali senza penetrare nei solchi che le separano e crea, attraverso un processo di invaginazione, delle lamine, o setti, destinati a separare e a mantenere fisse le varie parti della massa encefalica. La dura madre spinale, al cui interno è contenuto il tessuto nervoso spinale, ha forma cilindrica; nell’intercapedine compresa fra la dura madre spinale e le pareti del canale vertebrale (spazio epidurale) sono contenuti tessuto adiposo e un groviglio di vene (plessi venosi intrarachidei).
La superficie ventrale della pachimeninge è rivestita dall’aracnoide, la lamina connettivale intermedia, separata dalla dura madre dall’interstizio subdurale (virtuale) e dalla pia madre dallo spazio subaracnoideo, contenente il liquor cefalorachidiano. L’aracnoide è una membrana vascolare che permette il passaggio dei vasi arteriosi verso l’encefalo per l’ossigenazione e la nutrizione dei tessuti nervosi, accompagnandoli verso la pia attraverso setti connettivali. Mentre la dura madre è impermeabile al liquor, le leptomeningi sono permeabili al passaggio del liquido cefalo-rachidiano.
Il liquor, oltre a assicurare un ambiente ottimale per il funzionamento del sistema nervoso, garantisce che la massa cerebrale, che possiede una densità di poco superiore al liquor stesso, venga limitata nei suoi spostamenti, assorbendo gran parte dell’energia cinetica che il cranio e la colonna vertebrale possono subire. Questo sistema viene utilizzato non solo a livello cranico, ma anche nello speco vertebrale per proteggere il midollo spinale.
Come il cervello e le sue componenti sono rivestite da questo triplice strato connettivale, le meningi, anche il midollo spinale, a sua volta, è protetto e avvolto da una dura madre spinale, una aracnoide, coi suoi filamenti che attraversano un’intercapedine contenente il liquor (lo spazio subaracnoideo), e un rivestimento superficiale del midollo spinale, la pia madre.
L’aracnoide e la dura madre si trasformano, senza soluzione di continuità, nel perineurio, il rivestimento dei nervi che fuoriescono dal sistema nervoso centrale per andare a innervare organi e tessuti.
Possiamo sintetizzare i concetti esposti affermando che la pia madre forma uno strato superficiale fortemente aderente alle strutture cerebrali, al midollo spinale ed ai vasi che attraversano gli spazi subaracnoidei.
L’aracnoide (la parola deriva dal greco arakhnoides, cioè simile a tela di ragno) riveste la superficie interna della dura madre garantendo l’impermeabilità di quest’ultima al liquor. All’interno degli spazi subaracnoidei, oltre al liquor che li riempie, scorrono, ricoperti dalla pia madre l’intricato sistema di vasi che nutre il sistema nervoso centrale.
La dura madre è una membrana mediamente elastica che assolve il compito di assorbire la maggioranza degli stimoli torsionali imposti dal movimento e la forza cinetica imposta dai traumi: viene comunemente definita “un sistema elastico a tensione reciproca”, in quanto possiede la capacità di distribuire tali carichi in maniera dinamica al suo interno, ripartendo le forze assorbite su una superficie ampia.
Possiamo paragonare questo sistema ad un palloncino gonfiato con un liquido: se noi esercitiamo una pressione in un punto, noteremo che la tensione si distribuirà su una superficie più ampia rispetto al punto di contatto, evitando la rottura del palloncino stesso.
Ugualmente la dura madre, grazie anche alla impermeabilità ai liquidi che costringe il liquor a rimanere negli spazi subaracnoidei sottostanti, ripartirà le tensioni su ampi segmenti del rivestimento del S.N.C., evitando o riducendo la possibilità di danni locali.
La sua stretta adesione alla superficie interna delle ossa del cranio assicura una integrità della teca cranica, mentre i suoi attaccamenti ossei a livello della seconda e terza vertebra cervicale, C2 e C3, la sua libertà di movimento all’interno dello speco vertebrale fino alle zone di inserzione sacrale (S2) e coccigee, le garantiscono quella mobilità necessaria a favorire le torsioni, flessioni o rotazioni della colonna vertebrale, evitando che queste possano influenzare direttamente il midollo spinale oltre a permettere l’assorbimento delle fluttuazioni del liquido cefalorachidiano. Nell’immagine a lato possiamo vedere il midollo spinale sospeso all’interno delle meningi con l’uscita dei nervi.
L’integrità anatomica e funzionale di questo sistema riveste, quindi, una importanza fondamentale per il buon funzionamento del sistema cranio-sacrale e delle strutture in esso contenute. La meningite non è altro che un’infiammazione dei tessuti di rivestimento del sistema nervoso centrale: già questo dovrebbe essere sufficiente a dare una idea della pericolosità e delle conseguenze che questo processo può comportare.
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